Conversazioni W’up sono prove in un processo?

Uno degli argomenti su cui ci confrontiamo più spesso con i nostri clienti quando stiamo valutando insieme l’avvio di un ricorso di lavoro, consiste nell’allegazione come prove dei messaggi What’s up.

Recentemente la Cassazione è tornata sul tema del valore probatorio dei messaggi What’s up in un processo civile, affermando il principio generale per cui i messaggi ricevuti e inviati tramite l’applicazione informatica di messaggistica istantanea (ma anche video, audio e foto) sono da considerare come prove ma devono rispettare alcune condizioni: autenticità della provenienza e integrità del contenuto.

Proviamo a fare un esempio concreto: per dimostrare di avere diritto ad ottenere le differenze retributive o di aver lavorato a nero, molti lavoratori mostrano al proprio Avvocato conversazioni W’up contenenti messaggi in cui il datore comunica loro i turni di lavoro, indicando orari che esorbitano quelli definiti nel contratto o altre informazioni da cui emergono chiaramente le ragioni del lavoratore.

In questi casi è possibile allegare al ricorso gli screenshots di tali conversazioni.

Tuttavia bisogna anche considerare d’altro canto che sarà facile per il datore di lavoro e/o il suo Avvocato affermare che quegli screenshots non sono autentici, che la conversazione potrebbe essere stata modificata o che comunque lui non ha mai scritto quelle cose.

Quindi durante il processo disconosce le conversazioni W’up.

E allora quando i messaggi W’up costituiscono una prova in un processo?

In primo luogo la Cassazione ha sottolineato che le comunicazioni W’up assumono efficacia probatoria se la parte contro cui sono prodotte non ne contesta esplicitamente la conformità alla realtà.

In caso di contestazione invece, il disconoscimento deve essere comunque argomentato dalla controparte, altrimenti il giudice potrà presumere che le conversazioni allegate siano autentiche.

Ecco perchè, tornando all’esempio precedente, consigliamo spesso ai lavoratori che si rivolgono al nostro studio di consegnarci gli screenshots ma contestualmente di fornirci anche, ad esempio, i nominativi di testimoni che possano confermare i turni di lavoro effettivamente svolti aldilà dell’orario contrattualmente stabilito, così da fornire al Giudice un quadro probatorio completo ed esaustivo per far valere i nostri diritti.

E ancora, quando la controparte contesti l’origine o la veridicità dei messaggi What’s up allegati tramite screenshots, occorre fare ricorso ad una rigorosa verifica tecnica, elemento imprescindibile per evitare abusi e garantire la corretta ricostruzione dei fatti per dimostrare, anche mediante perizie forensi, che il contenuto non sia stato manipolato e rispecchi fedelmente la comunicazione originaria.

In concreto, con quali modalità bisogna allegare i messaggi W’up affinchè abbiano valore legale?

in caso di contestazione circa la veridicità dei messaggi allegati, il Giudice può disporre una consulenza tecnica, cioè nominare un perito affinché visioni ed esamini le chat e il supporto (ad es. lo smartphone), verificando che il testo non abbia subito alterazioni.

A volte, soprattutto in giudizi di rilevante valore economico ed in cui le conversazioni W’up rappresentano la prova principale, ancora prima dell’instaurazione del giudizio potrebbe essere opportuno munirsi di un relazione tecnica redatta da un consulente informatico di parte, per anticipare qualsiasi eventuale contestazione e conferire maggiore valore probatorio allo scambio di messaggi.

È anche possibile procurarsi un’attestazione di conformità delle trascrizioni o degli screenshots alle conversazioni originali presenti sul supporto informatico esibito, da parte di un notaio o di un altro pubblico ufficiale.

In conclusione

La recente evoluzione giurisprudenziale rappresenta senz’altro un significativo passo della giustizia verso il mondo digitale in costante crescita e sempre più presente nelle nostre vite.

Il tema del valore legale e probatorio delle conversazioni digitali è ancora aperto e occorrerà monitorare l’applicazione pratica dei criteri enunciati dalla Cassazione, senza dimenticare che talvolta per fornire la piena prova dell’autenticità di una conversazione w’up è indispensabile anticipare una serie di costi che fanno venir meno l’interesse ad agire in giudizio, con la paradossale conseguenza di incrementare frustrazione e rassegnazione nei cittadini che hanno in mano prove dei propri diritti ma non possono utilizzarle!

Occorre valutare ogni singola situazione caso per caso ma di certo, prima di avviare una causa, è assolutamente indispensabile confrontarsi col proprio legale per costruire un quadro probatorio sufficiente, onde evitare ipotesi di soccombenza e quindi rischiare non solo di avere torto ma anche di dover sostenere importanti spese legali.

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